Quante volte bevi il caffé in modo automatico, per scacciare la stanchezza e funzionare ancora qualche ora? Ti capita di sentirti in colpa per un pisolino o una mattinata non del tutto produttiva? Proviamo a cogliere dall’inverno l’insegnamento di rallentare e vivere il riposo come condizione di fertilità anziché di pigrizia, con questa meditazione guidata:

perche’ riposare non e’ pigrizia

Vivendo immersi in un sistema in cui chi si ferma è perduto e chi dorme non piglia pesci, non c’è da stupirsi se tendiamo ad etichettare il riposo come un lusso che non ci possiamo permettere, o come un gesto di indolente pigrizia di cui colpevolizzarci e vergognarci.

Osservare la dignità con cui l’inverno si fa carico di essere la stagione silenziosa e spoglia, del lavorio sotterraneo, e affidarci alla consapevolezza che proprio questo tempo di riposo ci condurrà ai frutti della primavera, può aiutarci a guardare il riposo come un momento di rigenerazione e fertilità.

Rallentare e riposare cominciano allora ad apparirci non come doveri, né come parentesi di impazienza in un’esistenza molto attiva, ma come pause preziose in cui coltivare la fiducia che nel mondo si possa anche esistere, senza necessariamente fare.

Che la vita troverà la sua strada e il mondo continuerà a girare, anche se noi ci permetteremo di fermarci un istante.

Che non siamo incatenati in un sistema di reazioni automatiche e risposte già scritte nel nostro destino e nella nostra storia, ma che possiamo darci tregua e coltivare risposte più consapevoli e quiete.

Che, se il nostro respiro sa andare e venire e il nostro cuore può battere e mantenerci in vita, forse c’è un tempo per ciascuno di noi, al quale possiamo affidarci con fiducia e sapendo che ci porterà a fiorire.

Che tu possa godere del riposo

che tu possa concederti di rallentare

che tu possa permetterti di esistere

che tu possa fidarti dei tuoi tempi.

Buona meditazione, e buon letargo!

La meditazione guidata è tratta dalla serata mensile gratuita di mindfulness che offro ogni mese.

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